
Una sfida, una lezione
Da poco la mia famiglia ha passato un periodo molto sfidante -una malattia-, e vorrei condividere con voi l’insegnamento che ne ho tratto: le difficoltà uniscono, in profondità.
Nella vita siamo abituati a farci guidare dalla mente, che è molto brava a organizzarci la giornata e a razionalizzare le nostre esperienze, ma allo stesso tempo costruisce classificazioni, giudizi e differenze che invece di aiutarci pongono ostacoli sul nostro cammino. E così decidiamo di non parlare più con una persona perché riteniamo ci abbia fatto un torto, o facciamo finta di non conoscerne un’altra se la incrociamo per strada perché è troppo petulante… Viviamo cercando continuamente di proteggere il nostro piccolo spazio personale da nemici immaginari e così facendo, senza rendercene conto, blocchiamo la nostra forza vitale!
Ma quando ci troviamo ad affrontare dolore, incertezza o paura capiamo finalmente che tutti quei dettagli che usavamo per giudicare l’altro, per tenerlo lontano ed erigere barriere, in realtà sono irrilevanti. E che una delle cose più importanti è (ri)trovare un sostegno e un punto di incontro nelle persone che popolano la nostra vita.
Questo avviene perché nelle difficoltà abbiamo occasione di accedere al nostro livello più profondo, quello del cuore, dove esistono solo amore e accettazione: quando quello che viviamo ci mette di fronte alla consapevolezza che l’equilibrio in questa vita può essere fragile se non lo coltiviamo bene e che siamo piccoli di fronte all’immensità dell’Universo, allora la mente si zittisce. L’orgoglio, i giudizi, la vanità perdono significato; noi torniamo a essere umili e a quel punto può emergere la parte più importante e profonda di noi: il sentimento.
Quando gli eventi sembrano sopraffarci, tanto che non sappiamo più dove guardare, proviamo semplicemente a guardare un po’ più in là… Oltre il grumo di paura o incertezza potremo percepire la forza del cuore. È una forza che supera di gran lunga quella della mente; e poiché il cuore è l’organo delle scelte, se lo seguiamo non ci farà mai sbagliare. Quando ad esempio stiamo attraversando un dolore e proviamo il desiderio di riavvicinarci a una persona che pensiamo ci abbia fatto del male, vuol dire che stiamo sentendo la voce del cuore. Dovremmo ascoltarla! Perché le differenze e le incomprensioni sono, in realtà, immaginarie: semplici costruzioni della mente che interpreta il mondo per sottrazione.
Ecco, questo è successo a me: dalla sfida che la mia famiglia ha vissuto ho imparato che è inutile vantarsi, giudicare, portare rancore o mettere da parte gli altri, perché basta un niente perché la vita possa cambiare, basta un niente per perdere qualcosa di prezioso. Nel mio caso, questo “niente” mi ha permesso di recuperare una parte di me, che si chiama sorella. Ci siamo ritrovate sul livello più profondo, quello del cuore, dove le incomprensioni stratificate negli anni si sono sciolte una a una. Il nostro legame è stato ripulito dalle finte differenze e ora brilla più forte della luce stessa.
Che sia una malattia, un rovescio economico, una relazione finita, qualunque sia il nostro dolore, qualsiasi cosa ci succeda nella vita, succede sempre e comunque perché dobbiamo imparare qualcosa; infatti questo è il nostro moto interiore: imparare, crescere, evolverci. E una delle lezioni più importanti da imparare, secondo me, è quella dell’accettazione: accettare veramente l’altro, o noi stessi, o il nostro vissuto… Accettare senza filtri né riserve, perché solo così avremo accesso alla nostra essenza, che tutto conosce e tutto ama incondizionatamente.
Foto: Sharon McCutcheon
Da poco la mia famiglia ha passato un periodo molto sfidante -una malattia-, e vorrei condividere con voi l’insegnamento che ne ho tratto: le difficoltà uniscono, in profondità.
Nella vita siamo abituati a farci guidare dalla mente, che è molto brava a organizzarci la giornata e a razionalizzare le nostre esperienze, ma allo stesso tempo costruisce classificazioni, giudizi e differenze che invece di aiutarci pongono ostacoli sul nostro cammino. E così decidiamo di non parlare più con una persona perché riteniamo ci abbia fatto un torto, o facciamo finta di non conoscerne un’altra se la incrociamo per strada perché è troppo petulante… Viviamo cercando continuamente di proteggere il nostro piccolo spazio personale da nemici immaginari e così facendo, senza rendercene conto, blocchiamo la nostra forza vitale!
Ma quando ci troviamo ad affrontare dolore, incertezza o paura capiamo finalmente che tutti quei dettagli che usavamo per giudicare l’altro, per tenerlo lontano ed erigere barriere, in realtà sono irrilevanti. E che una delle cose più importanti è (ri)trovare un sostegno e un punto di incontro nelle persone che popolano la nostra vita.
Questo avviene perché nelle difficoltà abbiamo occasione di accedere al nostro livello più profondo, quello del cuore, dove esistono solo amore e accettazione: quando quello che viviamo ci mette di fronte alla consapevolezza che l’equilibrio in questa vita può essere fragile se non lo coltiviamo bene e che siamo piccoli di fronte all’immensità dell’Universo, allora la mente si zittisce. L’orgoglio, i giudizi, la vanità perdono significato; noi torniamo a essere umili e a quel punto può emergere la parte più importante e profonda di noi: il sentimento.
Quando gli eventi sembrano sopraffarci, tanto che non sappiamo più dove guardare, proviamo semplicemente a guardare un po’ più in là… Oltre il grumo di paura o incertezza potremo percepire la forza del cuore. È una forza che supera di gran lunga quella della mente; e poiché il cuore è l’organo delle scelte, se lo seguiamo non ci farà mai sbagliare. Quando ad esempio stiamo attraversando un dolore e proviamo il desiderio di riavvicinarci a una persona che pensiamo ci abbia fatto del male, vuol dire che stiamo sentendo la voce del cuore. Dovremmo ascoltarla! Perché le differenze e le incomprensioni sono, in realtà, immaginarie: semplici costruzioni della mente che interpreta il mondo per sottrazione.
Ecco, questo è successo a me: dalla sfida che la mia famiglia ha vissuto ho imparato che è inutile vantarsi, giudicare, portare rancore o mettere da parte gli altri, perché basta un niente perché la vita possa cambiare, basta un niente per perdere qualcosa di prezioso. Nel mio caso, questo “niente” mi ha permesso di recuperare una parte di me, che si chiama sorella. Ci siamo ritrovate sul livello più profondo, quello del cuore, dove le incomprensioni stratificate negli anni si sono sciolte una a una. Il nostro legame è stato ripulito dalle finte differenze e ora brilla più forte della luce stessa.
Che sia una malattia, un rovescio economico, una relazione finita, qualunque sia il nostro dolore, qualsiasi cosa ci succeda nella vita, succede sempre e comunque perché dobbiamo imparare qualcosa; infatti questo è il nostro moto interiore: imparare, crescere, evolverci. E una delle lezioni più importanti da imparare, secondo me, è quella dell’accettazione: accettare veramente l’altro, o noi stessi, o il nostro vissuto… Accettare senza filtri né riserve, perché solo così avremo accesso alla nostra essenza, che tutto conosce e tutto ama incondizionatamente.
Foto: Sharon McCutcheon