
Appunti da un viaggio interiore
L’altra mattina mi è successa un’esperienza che mi ha fatto riflettere molto.
Dovevo andare a lavorare in un’altra città e mi aspettavano due ore abbondanti di strada, così sono partita di casa molto presto – alle 5.30. Ero stanca, perché la sera prima ero tornata tardi da una spirale quantica di gruppo, e il tempo era inclemente: pioggia, nebbia, rischio di grandinate. Nonostante fosse maggio inoltrato, intorno a me c’erano solo buio e freddo. Amo il mio lavoro, ma quella mattina mi pesava tantissimo l’idea di affrontare quel viaggio: sono partita senza entusiasmo.
All’inizio riuscivo soltanto a guardare l’ora, contare i chilometri che diminuivano con esasperante lentezza e sprofondare sempre più nella tensione e nella stanchezza. Ma a un certo punto mi sono detta: “Devo pur fare qualcosa! Altrimenti quando arriverò, invece di aiutare gli altri, sarò io ad avere bisogno di aiuto per uscire da questa depressione.”
Così ho deciso di fermarmi in un autogrill per prendere un caffè d’orzo e lì, al riparo dalla pioggia battente, ho cercato di prestare attenzione a qualcosa di diverso dai miei pensieri uggiosi. Mi sono accorta che la parte positiva della mente era sempre lì, solo che era stata coperta dall’umore del momento. Una volta che l’ho trovata, mi sono lasciata guidare in un’esperienza molto semplice: invece di pensare alla strada che ancora mi rimaneva da fare, ho iniziato a osservare cosa avevo intorno. Il bancone del bar, le persone che stavano facendo colazione, un espositore di libri e le luci che vi si riflettevano sopra, la musica in sottofondo e il brusio delle conversazioni ancora assonnate… Concentrandomi su quello che mi stava intorno, sono uscita dal circolo vizioso della mente. Sono tornata nel qui e ora.
Una volta in macchina, mi sono accorta che ormai stava facendo giorno, e che stavo viaggiando incontro a bellissime montagne dai picchi innevati, e che ero circondata da pascoli verdi. E quando abbiamo dovuto rallentare perché c’erano dei lavori di manutenzione, ci siamo ritrovati vicino a un enorme campo dove l’erba era stata appena tagliata; bagnata di pioggia sprigionava un profumo meraviglioso che non vi so descrivere, ma che mi ha riportata dritta ai pomeriggi d’infanzia.
Ormai avevo dimenticato quanta strada mi rimaneva da fare, perché mi stavo godendo il viaggio. Il paesaggio, il suono rassicurante del motore… vivevo e osservavo tutto quello che mi circondava. A un certo punto ha smesso di piovere ed è uscito un arcobaleno che spiccava vivido come un quadro nel cielo chiaro; guardandolo mi è tornato il sorriso e ogni tensione residua si è sciolta da sola.
Ormai ero quasi alla meta e il peso che avevo quando ero partita non c’era più, perché avevo recuperato il giusto atteggiamento che dovremmo avere ogni volta che vogliamo raggiungere un obiettivo: godersi il viaggio, invece di fissarsi solo sulla destinazione e sulla strada che ancora ci manca.
L’esperienza che vi ho appena raccontato potrebbe sembrare piccola, quasi insignificante, ma non lo è: la vita è fatta di istanti, e solo vivendo nel qui e ora possiamo raccogliere la bellezza di ogni istante e seminare quelle esperienze che cambieranno il nostro destino. Se ci godiamo il viaggio con fiducia, il nostro cammino ci porterà esattamente dove vogliamo andare.
Foto: Gian-Reto Tarnutzer
L’altra mattina mi è successa un’esperienza che mi ha fatto riflettere molto.
Dovevo andare a lavorare in un’altra città e mi aspettavano due ore abbondanti di strada, così sono partita di casa molto presto – alle 5.30. Ero stanca, perché la sera prima ero tornata tardi da una spirale quantica di gruppo, e il tempo era inclemente: pioggia, nebbia, rischio di grandinate. Nonostante fosse maggio inoltrato, intorno a me c’erano solo buio e freddo. Amo il mio lavoro, ma quella mattina mi pesava tantissimo l’idea di affrontare quel viaggio: sono partita senza entusiasmo.
All’inizio riuscivo soltanto a guardare l’ora, contare i chilometri che diminuivano con esasperante lentezza e sprofondare sempre più nella tensione e nella stanchezza. Ma a un certo punto mi sono detta: “Devo pur fare qualcosa! Altrimenti quando arriverò, invece di aiutare gli altri, sarò io ad avere bisogno di aiuto per uscire da questa depressione.”
Così ho deciso di fermarmi in un autogrill per prendere un caffè d’orzo e lì, al riparo dalla pioggia battente, ho cercato di prestare attenzione a qualcosa di diverso dai miei pensieri uggiosi. Mi sono accorta che la parte positiva della mente era sempre lì, solo che era stata coperta dall’umore del momento. Una volta che l’ho trovata, mi sono lasciata guidare in un’esperienza molto semplice: invece di pensare alla strada che ancora mi rimaneva da fare, ho iniziato a osservare cosa avevo intorno. Il bancone del bar, le persone che stavano facendo colazione, un espositore di libri e le luci che vi si riflettevano sopra, la musica in sottofondo e il brusio delle conversazioni ancora assonnate… Concentrandomi su quello che mi stava intorno, sono uscita dal circolo vizioso della mente. Sono tornata nel qui e ora.
Una volta in macchina, mi sono accorta che ormai stava facendo giorno, e che stavo viaggiando incontro a bellissime montagne dai picchi innevati, e che ero circondata da pascoli verdi. E quando abbiamo dovuto rallentare perché c’erano dei lavori di manutenzione, ci siamo ritrovati vicino a un enorme campo dove l’erba era stata appena tagliata; bagnata di pioggia sprigionava un profumo meraviglioso che non vi so descrivere, ma che mi ha riportata dritta ai pomeriggi d’infanzia.
Ormai avevo dimenticato quanta strada mi rimaneva da fare, perché mi stavo godendo il viaggio. Il paesaggio, il suono rassicurante del motore… vivevo e osservavo tutto quello che mi circondava. A un certo punto ha smesso di piovere ed è uscito un arcobaleno che spiccava vivido come un quadro nel cielo chiaro; guardandolo mi è tornato il sorriso e ogni tensione residua si è sciolta da sola.
Ormai ero quasi alla meta e il peso che avevo quando ero partita non c’era più, perché avevo recuperato il giusto atteggiamento che dovremmo avere ogni volta che vogliamo raggiungere un obiettivo: godersi il viaggio, invece di fissarsi solo sulla destinazione e sulla strada che ancora ci manca.
L’esperienza che vi ho appena raccontato potrebbe sembrare piccola, quasi insignificante, ma non lo è: la vita è fatta di istanti, e solo vivendo nel qui e ora possiamo raccogliere la bellezza di ogni istante e seminare quelle esperienze che cambieranno il nostro destino. Se ci godiamo il viaggio con fiducia, il nostro cammino ci porterà esattamente dove vogliamo andare.
Foto: Gian-Reto Tarnutzer